La bolina è quella andatura che permette di risalire il vento, mantenendo un angolo tra i 60 e i 37 gradi, rispetto al vento reale. Il valore medio dell’angolo cambia in base al tipo di velatura e di imbarcazione. Il nome bolina deriva dal termine inglese “bow lines”, cavi di prua che in passato venivano usati per sostenere le balumine prodiere nelle navi a vele quadre, proprio durante la conduzione di questa andatura.
A quei tempi, però, la bolina era una manovra verticale, che permetteva di tendere il bordo verticale, il gratile, di una vela quadra. Dunque, il nome deriva dalla manovra che veniva compiuta durante questa andatura. La suddetta manovra serviva per tendere il bordo sopravvento della vela quadra utilizzata, nel momento in cui la barca stringeva il vento. Anche l’assetto ottimale per l’andatura bolina porta lo stesso nome e il tutto deriva dalla manovra.
Nelle crociere in barca a vela, ma volendo anche nelle regate, l’andatura funziona grazie a un principio fisico, che nelle sue linee generali è valido per tutte le andature veliche. Infatti, il flusso d’aria che si genera su una vela provoca una variazione di velocità o depressione locale in ogni punto della superficie, a cui corrisponde una variazione di pressione tra l'intradosso e l'estradosso della vela.
Ed è proprio la differenza di pressione ad agire sulla vela a creare una portanza; detta più semplice questa è formata dalla pressione che si genera su tutta la superficie della vela, sia dal lato esterno di sopravento che il lato interno di sottovento, ovvero dalla forza totale del vento che preme sulla vela su ambo i lati. Sebbene la portanza sia l’unione delle forze agenti sulle due parti, essa è generata soprattutto dalla depressione sottovento, più che dalla sovrapressione del sopravento.
La linea d’azione di tale portanza è, indicativamente, perpendicolare alla corda media della vela considerata. Dunque, tra i due lati si generano due diverse velocità, tra cui la più veloce è quella derivata dal sottovento. Per il principio di Bernoulli, la differenza tra queste due velocità comporta una differenza di pressione tra i due lati della vela, ma in questo caso, il sottovento è il lato con minor pressione.
Da ciò deriva una sorta di vero e proprio risucchio, ovvero una spinta perpendicolare alla direzione del vento. Tutto ciò genera un avanzamento dell’imbarcazione. In breve, l’applicazione di questo principio, abbinato all’uso della deriva, permette di condurre la barca in andatura di bolina, in linea retta. In assenza di deriva, la bolina non sarebbe possibile, ma si verificherebbe solo uno scarroccio, senza una vera rotta controllata o una bolina.
Interessante notare che lo stesso principio fisico si applica al movimento delle ali di un aereo e genera portanza anche in altri contesti, a partire dai liquidi; nel carburatore, infatti, avviene un fenomeno simile.
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