Per poter funzionare, anche in caso di tranquille crociere in barca a vela, il timone a vento ha bisogno di quattro componenti principali, la banderuola, il sistema di trasmissione, il timoncino e il contrappeso. La banderuola, detta anche ventola, è la parte che percepisce la variazione della direzione del vento e in base a questa si muove e trasmette le informazioni per la correzione della rotta. Per trasmettere tali informazioni, la banderuola è collegata a un sistema di trasmissione; ciò che la ventola trasmette a tale meccanismo è il suo movimento dato dalla direzione del vento, soprattutto quando questa cambia. Si tratta della parte del timone a vento che collega la banderuola al timoncino, attraverso diversi tipi di trasmissione, tra cui le cime, ma anche leve, tiranti ruote coniche o dentate. Dunque, il meccanismo di trasmissione trasmette il movimento, generato dalla banderuola, al timoncino, che rappresenta l’elemento del timone a vento immersa nell’acqua. Esso è di dimensioni piuttosto ridotte, soprattutto in riferimento al timone principali manovrato dal timoniere, perciò non viene utilizzato per grandi manovre, ma solo nei casi in cui si possa navigare con il “pilota automatico”. Il timoncino può essere di due tipi, ovvero, ausiliare o a pendolo, ognuno caratterizzato da pregi e difetti, nonché da differenze a livello meccanico e di sistema di trasmissione. L’ultimo componente è il contrappeso, un peso utile a bilanciare la banderuola, indispensabile per fare in modo che quando l’imbarcazione si muove, la ventola non si muova per inerzia, ma solo per opera del vento. Il posizionamento del contrappeso richiede molta attenzione, in quanto ne deriva il corretto funzionamento del timone a vento. Se la banderuola subisce troppo influenze dai movimenti della barca, potrebbe iniziare a muoversi senza controllo, causando continui, repentini e inutili cambiamenti di rotta.
Durante le vacanze in barca a vela, se il vento è sufficiente, ci si può affidare spesso al timoniere automatico e godersi maggiormente il tragitto tutti insieme. Nel caso di traversate in solitaria, il timone a vento è pressoché indispensabile. Il non dover essere costretti a manovrare perennemente il timone principale è il grosso vantaggio fornito da quello a pendolo, tuttavia, esistono anche degli svantaggi. Innanzitutto, è pressoché impossibile utilizzarlo in caso di bonaccia, in quanto l’assenza di vento non permette di apportare correzioni di rotta e l’imbarcazione rischierebbe di rimanere ferma. Poi, affinché i sistemi con timoncino a pendolo funzionino, la velocità della barca deve essere pari ad almeno 2 nodi, per fare in modo che l’acqua sia grado di far muovere il timone principale. Quello a pendolo, inoltre, è inutilizzabile anche in caso di mare molto mosso, in quanto si muoverebbe anche senza l’indicazione della banderuola. Infine, se da una parte è molto comodo avere il timoniere automatico e potersi dedicare ad altro durante le crociere in barca vela, dall’altra in questo modo non si ha il controllo sull’andamento dell’imbarcazione, perciò occorre studiare bene la rotta per essere abbastanza sicuri di non incontrare ostacoli fisici lungo il tragitto. Tuttavia oggi la maggior parte delle barche anche sotto i 10 metri ha l'autopilota elettrico o idraulico dove si può impostare la rotta con la bussola oppure con il gps.
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